Workshop e Conferenza con Guia Besana, reporter e Testimonial di CANON
13/09/2019
con Guia Besana, Canon Ambassador
Martedì 01 Ottobre presso il C.F.P. G. Zanardelli di Brescia in via Fausto Gamba 10/12
PROGRAMMA
09.00 – 11.00
- Workshop con gli studenti del C.F.P. G. Zanardelli di Edolo del Percorso di Operatore Grafico
11.00 – 13.30
- Conferenza in Aula Magna aperta al pubblico
Guia è una fotografa ritrattista nata in Italia, che lavora tra Parigi e Barcellona, con opere che ruotano spesso attorno a problematiche femminili e al tema dell’identità.
Guia Besana è una fotografa autodidatta le cui immagini vengono regolarmente esposte in gallerie e pubblicazioni di tutto il mondo. Con un interesse specifico per i problemi delle donne, i suoi progetti fotografici spesso guardano al tema dell’identità e fanno riflettere, oltre che intrigare. Trae ispirazione soprattutto dai lavori di Julia Margaret Cameron e Cindy Sherman, ma anche dalle sue esperienze di vita personale.
Luogo: Parigi e Barcellona
Aree di specializzazione: ritrattistica, commerciale
Kit preferito:
Canon EOS 5DS R
Canon – EF 35mm F1.4L II USM
Guia ha studiato media e comunicazioni in Italia, prima di diventare fotografa e trasferirsi a Parigi. Ha lavorato per Anzenberger Agency e, nel 2016, si è unita alla piattaforma fotografica nineteensixtyeight di Londra.
Le sue immagini sono state pubblicate da CNN, Huffington Post, Newsweek, Marie Claire, l’edizione internazionale di The New York Times e Le Monde. Ma anche i suoi progetti e le sue serie personali sono stati molto apprezzati, come la collezione Baby Blues, che esplora il lato emotivo della maternità attraverso una serie di ritratti preparati e simbolici, permettendole di vincere il premio Amilcare Ponchielli Grin 2012.
Un altro dei suoi progetti più importanti è Poison, che esplora il consumismo eccessivo e la distruzione degli habitat. Guia ammette che riassumere l’intera gamma dei problemi ambientali, vasta e differenziata, in una singola raccolta di immagini composte non è stata un’impresa facile. Il suo segreto è stato il senso di impotenza, anche se ha fatto in modo che le immagini lasciassero all’osservatore spazio per un’interpretazione propria, piuttosto che imporre un tono prescrittivo.